giovedì 21 ottobre 2010

ora cambia

Molti anni sono passati da quando questo blog ha visto la luce. Molte faccende sono cambiate. Ma la fotografia c'è sempre. Si trasformerà questo blog, probabilmente verrà inglobato nel mio sito in progettazione. LA FOTOGRAFIA LA SI FA E NON LA SI DICE. Questa è un pò la nuova poetica. Mi è passata la voglia di starla a spiegare a pinco palla. Arriveranno nuovi cicli fotografici.
Un blog serve per me per radunare, se riesco i miei riferimenti iconografici.
Per me una foto è uno spazio delimitato da "riempire" o "svuotare" per dire qualche cosa. La fotografia est un MEZZO, ma non l'unico mezzo con cui cerco di esprimermi. Comunicare, vedere. De Chirico diceva: "Io sono obbligato a vedere", sembra quasi una tortura medievale. Chi vede non ne può fare a meno. Le IMMAGINI CON LA CODA DELL'OCCHIO: sono quelle che mi perseguitano, quelle che vorrei catturare. La bellezza dei volti. la bellezza di uno spicchio di luce su di una lapide, la luce tra le foglie. AMO QUELLA LUCE CHE LENTA SI LEVA DAL BUIO ALL'ALBA, in riva al mare, o a 2000 metri in cima ad un monte.
Ho iniziato molto presto a fotografare, ma non scatto molto, scatto il necessario, non ho bisogno di riempire il mondo con immagini in più. Mi basta scattare quel tanto che basta, ma ben pensato, meditato. ESORTO A UNA DIETA DELLE IMMAGINI. MEGLIO DI MENO E CON PIU' QUALITA'.
per oggi ho pontificato, ora vi saluto

sabato 24 marzo 2007

il banco ottico


Il grande formato (banco ottico).
Ancora oggi, il design delle vecchie fotocamere dei pionieri della fotografia è utilizzato nel cosiddetto banco ottico, più moderno e sofisticato, ma sempre montato su un ingombrante cavalletto e caratterizzato da un simpatico soffietto nero a fisarmonica.
Questo grosso e ingombrante apparecchio, che pochi si cimentano a portare in giro, è il principe della fotografia in studio e, specialmente, del cosiddetto still-life (natura morta), ovverosia della ripresa di oggetti inanimati. Qualche volta è usato anche per la fotografia architettonica perché il banco ottico consente di correggere le deformazioni prospettiche.
I negativi sono costituiti dalle cosiddette pellicole piane, con formati da 10x12 a 20x25 . Ogni fotografia richiede un tempo abbastanza notevole: infatti prima si mette a fuoco l'immagine, poi si inserisce la pellicola piana, poi si scatta, e infine si toglie la pellicola. Tutto questo deve essere ripetuto per ogni fotografia.
La definizione dei particolari che si ottiene è tale da consentire ingrandimenti notevoli, anche poster giganti, senza perdere minimamente la qualità dell'immagine. Negli anni '30, '40, '50 il fotografo Ansel Adams, utilizzando il banco ottico, ha ripreso i parchi naturali americani producendo alcune delle più belle immagini di paesaggio, mentre Robert Mapplethorpe, sempre col banco ottico, negli anni '70, '80 ha prodotto alcune fra le più belle fotografie del corpo umano e dei fiori.

Ripasso tecnico: le caratteristiche degli obiettivi


Caratteristiche degli obiettivi.

1.Angolo visivo
2.Lunghezza focale
(per il formato 35 mm)
3.Effetto
4.Distanza minima di messa a fuoco
5.Profondità di campo


GRANDANGOLARE
Più di 45 gradi
Meno di 50 mm
Vede ampi panorami e rimpicciolisce gli oggetti
Meno di mezzo metro
Grande.
E' facile mettere a fuoco


NORMALE
45 gradi
50 mm
Vede come l'occhio umano
Mezzo metro circa
Media


TELEOBIETTIVO
Meno di 45 gradi
Più di 50 mm
Vede panorami stretti e ingrandisce gli oggetti
Più di mezzo metro
Piccola.
E' difficile mettere a fuoco


Zoom.
Esistono alcuni obiettivi la cui lunghezza focale è variabile fra due estremi. Essi si chiamano zoom, a causa dell'effetto di spostamento che producono quando si varia rapidamente la loro lunghezza focale. Esistono degli zoom che variano da un leggero grandangolare ad un modesto teleobiettivo: per esempio il 28-80. Altri che vanno da un modesto teleobiettivo ad un teleobiettivo medio: per esempio il 70-210. Ricordiamoci allora che gli obiettivi possono essere a focale fissa o zoom (a focale variabile).Attenzione a non confondere le espressioni focale fissa e fuoco fisso, che hanno significati completamente diversi. La prima si riferisce alla lunghezza focale di un obiettivo, la seconda al fatto che alcune macchine compatte di costruzione molto semplice non hanno alcun dispositivo per la messa a fuoco, né manuale né automatico.

venerdì 23 marzo 2007

Un "pochito" di storia 2: Fotografia come pittura o viceversa? situazione attuale del mezzo fotografico e di quello pittorico

1) Vermeer....la lezione di musica, e ....
2) la fotografia di Sugimoto: identiche!
3) E' un quadro o una fotografia? Un quadro...iperrealismo fotografico della pittura!!
4) Chuck Close: il virtuoso contemporaneo della pittura ad olio
5) Pierre et Gilles: loro le foto le ritoccano con i colori ad olio per renderle più "pittoriche"

Fotografia come pittura o pittura come fotografia? Iniziamo la premessa con questa domanda, che ci fa comprendere quanto il quesito iniziale, se la fotografia sia un’arte o meno abbia influenzato tutto il suo scorrere parallelo all’arte pittorica. Dobbiamo ricordarci che agli esordi, la fotografia simulava con pose e impostazioni visive ciò che la pittura già da secoli analizzava. Nasce così in fotografia, il movimento pittorialista. La fotografia, si stacca successivamente dai dettami pittorici per raggiungere una propria autonomia, nelle tematiche e nella sua politica. Poi, con la nascita della civiltà mass mediatica si riavvicina alla pittura, ma in modo ambiguo: da una parte abbiamo la pittura che con i suoi corsi e ricorsi giunge nel nostro contemporaneo a rivalutare quel filone figurativo; cioè una ri-proposizione poetica e tecnica di immagini dal sapore, in una prima fase realista, in una seconda iperrealista. Quasi un volersi sostituire al mezzo fotografico. Già Degas, proponeva delle immagini dal taglio fotografico: esso fin da subito si accorge di quanto importante sia la fotografia per la pittura: un supporto di registrazione del reale che costituisce un ulteriore supporto mnemonico all’opera d’arte. Importante è anche ricordare che gli Impressionisti comprendono che la fotografia e il suo “impressionare” la realtà sta indagando proprio nella loro medesima direzione. Ho ricordato questo parallellismo storico per introdurre una cosa importante: ora la fotografia contemporanea attraverso alcuni artisti sta nuovamente riproponendo in chiave fotografica delle immagini pittoriche. E la pittura? Sta diventando iperrealista. Uno scambio di ruoli pacifico? Oppure nato dal primigenio conflitto che ha accompagnato questi due linguaggi?

un "pochito" di storia: del perchè del per come la fotografia è importante

Sono incisioni che ci mostrano che cosa erano le proiezioni di immagini dette "Fantasmagorie" dei lanternisti prima dell'avvento della macchina fotografica.



La fotografia si è resa indispensabile: una volta l’artista aveva solo la sua mano e il suo occhio capaci di registrare ciò che vedeva. Questo mezzo ha rivoluzionato tutta l’arte. Potrà sembrare retorica questa affermazione, ma non è stata ancora indagata a sufficienza. Cambia con la sua venuta, il corso della sperimentazione pittorica: se prima il pittore era colui che praticava la mimesi illusiva, aborrito da Platone, e amato dall’uomo rinascimentale, quando subentra la fotografia, presentata prima in qualità di scoperta scientifica, poi indagata come mezzo d’espressione, la pittura sta maturando non più la registrazione verace della realtà ma vuole cogliere l’attimo proprio come fa la fotografia; registrare la realtà che va veloce, l’attimo, intenso: l’impressionismo. Se nel Rinascimento, quando si faceva un ritratto lo si nascondeva dietro una tendina, e la si tirava proprio in mezzo ad una discussione, che magari si era fatta calda, e si restava colpiti dalla somiglianza con il reale del soggetto rappresentato, la fotografia degli inizi porta con se il medesimo stupore. Grazie alla fotografia nasce a sua volta il cinema: fotografia in movimento: fratelli Lumiere uguale cinematografo…da dove i primi spettatori scappavano a gambe levate per paura che il treno che avevano filmato uscisse dallo schermo. Venivano visti questi pionieri come dei maghi, degli illusionisti, capaci di richiamare le immagini a loro piacimento: spettri, morti, scheletri: stregoneria.

Il racconto fotografico: La storia di ratta la nutria

Cari Ragazzi, ecco un piccolo esempio di racconto fotografico.....un sorcio di peluches comperato all'ikea di Padova è diventato l'ignaro protagonista di questo raccontino fotografico. Nella lingua svedese topo si pronuncia ròtta, ma a me piaceva più ratta...evviva l'italiano!!!!
Come potete vedere è una sequenza di cinque immagini e se osservate non sono inquadrature uguali!!! se fate un racconto fotografico dovete "giocare" con i piani dell'immagine: primi piani, piani medi, lunghi americani...e via dicendo. scegliere la luce, naturale/artificiale, il contrasto, l'intensità, la direzione......
La proposta didattica di questa settimana è realizzare un breve racconto fotografico.
tema libero!!!!!
max 10 immagini

P.s. Vi rendete conto che quando andate a vedere una mostra è come se fosse un grande racconto fotografico dell'autore? Le immagini ci raccontano una storia, a volte ne basta una a volte servono più immagini!!!! Il racconto fotografico quindi può essere anche un PERCORSO.
buon lavoro katia


La storia di ratta...
1) Ratta decide che ha fame e si imbosca nella dispensa della cucina...inizia a sravanare ma aihmè nella dispensa il cibo è tutto sotto confezione.
2) Esce così sconsolato dalla credenza ......
3).....e decide di optare per il cesto della frutta sul tavolo....ma anche li, le cose esposte non soddisfano le sue richieste, si imbatte nel cellophane e nelle cipolle ancora impacchettate. Le arance sono ancora troppo fresche e quindi le snobba.....
4) Questa volta decide di andare sul sicuro: il frigorifero! Ma ratta è un sorcio sbadato e gli si annoda la coda alla maniglia nel tentativo di aprire l'elettrodomestico!!!! miseriaccia!!!!
5) Colto da "rattus" decide di ritornare verso il pavimento, e di andare a sravanare nella monnezza, nel suo territorio ricco di prelibatezze e che soddisfa i suoi gusti di sorcio cittadino.
THE END

proposta didattica: il racconto fotografico

1
2 3

4
5